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Il prolungamento del sottovia Lungotevere in Sassia a Piazza Pia

La fasizzazione dell’intervento di anas spa per la risoluzione dell’interferenza

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L’intervento relativo al “prolungamento del sottovia Lungotevere in Sassia a Piazza Pia”, realizzato alla fine degli anni Novanta nell’ambito dei lavori per il Giubileo del 2000, ha come obiettivo l’interramento dell’attuale viabilità, situata nel centro storico di Roma. La nuova configurazione prevede che la rampa di imbocco al sottopasso si sviluppi dopo l’attraversamento degli archi del Passetto di Borgo e che l’imbocco del sottopasso sia collocato a monte della fontana prospiciente il fabbricato dell’Auditorium all’angolo con Via della Conciliazione.

L’interramento della viabilità realizza il rafforzamento dell’asse pedonale Castel Sant’Angelo-San Pietro, consentendo l’eliminazione dell’attuale semaforo all’intersezione con Via della Conciliazione e la completa pedonalizzazione di Piazza Pia.

L’intervento di prolungamento del sottopasso di Lungotevere in Sassia a Piazza Pia permette di ristabilire la gerarchia storica della direttrice urbana principale, identificata nell’asse tra il Mausoleo di Adriano e il Circo di Caligola, ovvero l’antica Via Cornelia.

Le principali problematiche connesse alla realizzazione dell’intervento sono di seguito elencate:

  • unicità dell’area in cui l’intervento si inserisce, ovvero Piazza Pia, lungo il tragitto pedonale che congiunge Castel Sant’Angelo con Via della Conciliazione;
  • presenza di due importanti collettori fognari, che attualmente risultano interferenti con il tracciato stradale interrato di futura realizzazione, la cui risoluzione comporta la realizzazione di un nuovo collettore fognario in adiacenza al prolungamento del sottopasso attraverso un’attenta fasizzazione dei lavori;
  • possibile interazione dei lavori di scavo e ricostruzione con i fabbricati del Piacentini ubicati all’imbocco di Via della Conciliazione;
  • interferenza delle nuove opere in progetto con le strutture della attuale rampa di accesso al sottopasso, che sarà necessario demolire parzialmente per consentire l’approfondimento della livelletta stradale.
1. Il sistema dei collettori presenti nell’area

Il progetto del sottopasso

In rapporto alle tipologie strutturali, il tracciato del sottopasso può essere suddiviso in tre parti:

  • rampa di imbocco al sottopasso (opera GA01) di lunghezza pari a circa 58 m;
  • tratto di realizzazione con metodologia Cut&Cover, denominato tratto 1 (opera GA02) di lunghezza pari a 75 m circa;
  • tratto in sovrapposizione con l’attuale rampa di imbocco al sottopasso esistente, denominato tratto 2 (opere GA03 – GA04 – GA05), di lunghezza pari a 57 m circa. Gli scavi nell’area di Piazza Pia, necessari alla realizzazione della nuova rampa di imbocco, del tratto 1 del sottopasso, ma anche alla realizzazione del nuovo collettore, saranno contenuti lateralmente da pali trivellati di diametro Φ800, disposti a interasse pari a 0,90 m, in modo da limitare al massimo i volumi e l’ingombro planimetrico degli scavi. In merito alla tecnologia di esecuzione dei pali trivellati, tenuto conto dei seguenti condizionamenti:
  • caratteristiche dei terreni da attraversare, ricchi di resti antropici costituiti da strutture murarie di varia natura e consistenza;
  • della necessità di attraversare gli esistenti condotti fognari realizzati in muratura, una volta dismessi e riempiti con miscela betonabile a bassa resistenza;
  • della necessità di assicurare in ogni momento il confinamento del foro, in modo da non generare detensionamenti in fase di perforazione;
  • della necessità di realizzare alcuni pali a limitate distanze da fabbricati esistenti, si prevede la realizzazione di pali con tecnologia CAP (Cased Auger Piles), che consiste nell’eseguire pali trivellati isolati mediante un’elica continua coassiale ad un rivestimento esterno; elica e rivestimento sono azionati da due rotary indipendenti e reciprocamente controrotanti che scorrono lungo l’antenna della perforatrice. Questa tecnologia permette l’attraversamento di materiali coesivi e incoerenti, ma anche l’attraversamento di strutture murarie o in calcestruzzo non armato.
immagine che descrive il dettaglio della confluenza dei collettori interessati dal progetto del sottopasso
2. Dettaglio della confluenza dei due collettori nella camera di raccordo

Si tratta di una tecnologia che garantisce alta produzione ed efficienza con tempi di esecuzione che possono essere ridotti fino al 40% in confronto al tradizionale metodo Kelly. Il metodo non prevede l’impiego di fanghi di perforazione, con evidenti vantaggi sia in termini ambientali che di occupazione delle aree circostanti (non è necessario installare impianti per la preparazione dei fanghi). È possibile lavorare in quasi perfetta adiacenza geometrica alle strutture che confinano con le opere da costruire (metodologia Front of Wall – FoW).

La rumorosità indotta dai macchinari è inferiore rispetto a quella che caratterizza il metodo Kelly.

Un aspetto cui si è precedentemente accennato è legato all’interferenza dei pali con le strutture degli attuali collettori fognari (Basso Farnesina e Basso di Destra), di cui è prevista la dismissione nel tratto interferito con il tracciato del prolungamento del sottopasso, previa realizzazione di un nuovo collettore che raccoglierà le acque dell’intero dei due collettori, ubicato in adiacenza al sottopasso lato Castel Sant’Angelo.

Le fasi esecutive prevedono che i pali vengano realizzati per fasi, compatibilmente alle fasi di dismissione dei collettori, che, una volta messi fuori esercizio, dovranno essere riempiti di miscela betonabile.

3. Ricostruzione 3D del sistema collettori: la camera di raccordo sotto l’attuale piano viario in corrispondenza della parte iniziale della rampa di accesso al sottopasso

I collettori fognari

L’area interessata dal nuovo sottopasso è sede di diversi sottoservizi, ma su tutti spicca la presenza di due collettori primari della città, il Basso Farnesina e il Basso di Destra.

Questi due collettori che provengono da Nord passano sotto due arcate del “Passetto” – il passaggio ad archi in muratura che unisce Città del Vaticano a Castel Sant’Angelo – e che, attraversando Piazza Pia, si uniscono poco prima dell’imbocco del sottopassaggio esistente dando luogo ad un unico collettore denominato “Basso di Destra”.

Le originarie strutture di quest’ultimo collettore, che si sviluppava sul terrapieno del Lungotevere, sono state demolite nell’ambito dei lavori di costruzione del sottopasso esistente che oggi accoglie al suo interno il collettore al di sotto del piano viario (fine anni Novanta).

La Figura 1 rappresenta lo stato d’insieme del sistema fognario mentre in Figura 2 è rappresentato un dettaglio della confluenza tra i due collettore e la transizione al collettore realizzato al di sotto del piano viario del sottopasso.

4. Le sezioni dei due collettori

La Figura 4 illustra le sezioni tipo dei due collettori Basso di Destra e Basso della Farnesina prima della confluenza nelle strutture del sottopasso.

La realizzazione del sottopasso esistente è stata effettuata con una fasizzazione tale da garantire il mantenimento del sistema fognario nel corso dei lavori.

In particolare, le fasi hanno previsto dapprima la realizzazione di un by-pass fognario scavato tra paratie in adiacenza al collettore esistente che, una volta messo in esercizio, ha consentito la demolizione del collettore originario ed il completamento delle strutture del sottopasso.

La deviazione dei collettori fognari

Questa problematica progettuale rappresenta senz’altro l’aspetto più delicato e per certi aspetti innovativo dell’intero progetto. Infatti, per la realizzazione dell’intervento si rende necessario eseguire la deviazione dei due collettori esistenti in maniera tale da liberare il sedime della nuova opera.

5. La posizione della nuova camera di manovra dei collettori e rapporto con il tracciato stradale – Stralcio planimetrico

Tale deviazione risulta di fatto propedeutica alla realizzazione del nuovo sottopasso dal momento che, fintanto che essa non viene completata e messa in esercizio, non si potrà dare corso alla costruzione.

Il collettore Basso di Destra e il collettore Basso Farnesina costituiscono due dei maggiori collettori della città di Roma – che ha un sistema di smaltimento di tipo “misto” – e che, nelle condizioni di pioggia, veicolano a valle una portata complessiva di circa 25 m3/s che viene poi in parte scolmata nel Tevere attraverso un opportuno manufatto presente circa 1 km a valle della sezione di interesse. Pertanto, in termini progettuali, il tema che si è posto è stato quello di assicurare la continuità della portata smaltita verso valle in tutte le fasi di cantiere utilizzando un sistema di sollevamento che consentisse il “travaso” della portata da un collettore all’altro. La portata massima individuata è risultata pari a 10 m3/s.

6. Il sistema dei collettori esistenti e del nuovo collettore

Analizzando in dettaglio l’articolazione delle diverse fasi esecutive:

  1. costruzione della camera di raccordo tra il collettore basso Farnesina e Basso di Destra;
  2. messa fuori esercizio del collettore Basso di Destra e conseguente liberazione del sedime per la costruzione del nuovo collettore scatolare;
  3. completamento del collettore scatolare e collegamento allo scatolare sottostante l’attuale sottopasso;
  4. messa in esercizio del nuovo sistema e possibilità di demolire il collettore Basso Farnesina.
La camera di raccordo tra i collettori Basso di Destra e Basso Farnesina

La sua realizzazione è articolata in una serie di sub-fasi di seguito descritte al fine di assicurare sempre il corretto funzionamento della rete fognaria.

  • 7A-costruzione-camera-pianta-f1
    7A. La costruzione della camera di raccordo: pianta della fase 1
  • 7B-costruzione-camera-sezione-f1
    7B. La costruzione della camera di raccordo: sezione della fase 1
Fase 1

In questa fase occorre travasare il liquame dal collettore Basso di Destra (sulla sinistra) che risulta più basso sul collettore Basso Farnesina. Ciò si ottiene tramite l’istallazione di un impianto di sollevamento provvisorio. Le attività possono dunque essere così riassunte:

  • realizzazione di paratie di pali;
  • messa in opera di una soletta di copertura;
  • apertura di un’asola sulle volte dei collettori murari e l’installazione di un impianto di sollevamento provvisorio.

Al temine della sub-fase è possibile mettere fuori servizio il collettore Basso di Destra.

  • 8A-costruzione-camera-pianta-f2
    8A. La costruzione della camera di raccordo: pianta della fase 2
  • Piazza Pia costruzione camera
    8B-costruzione-camera-sezione-f2
    8B. La costruzione della camera di raccordo: sezione della fase 2
Fase 2

In questa fase viene realizzata la prima parte della camera di raccordo definitiva e si avvia la costruzione del nuovo scatolare fognario sul sedime del collettore Basso di Destra demolito.

  • Piazza Pia costruzione camera
    9A-costruzione-camera-pianta-f3
    9A. La costruzione della camera di raccordo: pianta della fase 3
  • Piazza Pia costruzione camera
    9B-costruzione-camera-sezione-f3
    9B. La costruzione della camera di raccordo: sezione della fase 3
Fase 3

In questa fase viene completata la camera di raccordo definitiva e si può mettere in funzione il nuovo collettore scatolare.

  • Piazza Pia costruzione camera
    10A-camera-raccordo-pianta-f4
    10A. La costruzione della camera di raccordo: pianta della fase 4
  • Piazza Pia camera di raccordo
    10B-camera-raccordo-sezione-f4
    10B. La costruzione della camera di raccordo: sezione della fase 4
Fase 4

Questa fase riguarda le opere di completamento e dismissione degli impianti di sollevamento.

La scelta dell’impianto di sollevamento provvisorio

La scelta dell’impianto di sollevamento provvisorio è obbligata dal fatto che il collettore Basso di Destra ha una quota di scorrimento, nella sezione della camera di confluenza, più bassa di circa 80 cm rispetto al basso Farnesina. Pertanto, le portate del basso di destra devono necessariamente essere sollevate.

11. La sezione dell’impianto di sollevamento

A questo proposito, è stata condotta un’analisi idrologica, di concerto con il gestore della rete fognaria della capitale-ACEA ATO 2, che dispone del modello di deflusso dell’intera rete di smaltimento della capitale, al fine di individuare le portate che transitano nel sistema sia in condizioni di tempo secco che in regime di pioggia. A tale scopo, sono state approntate e messe a disposizione una serie di stazioni di misura delle portate che hanno rilevato eventi intensi nel corso del periodo di osservazione. Tali eventi hanno consentito la taratura del modello afflussi deflussi e di definire conseguentemente con grande attendibilità le portate di progetto.

12. La stazione di misura per la rilevazione delle portate

Sulla base di tali valutazioni, si è dimensionato il sistema di sollevamento adottando un valore della massima portata da smaltire di circa 10 m3/s mentre per le portate nere si è stabilito un valore di circa 800 l/s.

Per garantire il sollevamento di tale portata, si è deciso di installare nove pompe di potenza pari a 125 kW e due pompe di potenza pari a 37 kW.

13. Il layout dell’impianto

Un tema di grande delicatezza è stato quello della scelta di un fornitore in grado di soddisfare le richieste in tempi rapidi e con un sistema chiavi in mano che assicurasse una assistenza continua in cantiere. A seguito di indagine di mercato, ci si è rivolti ad una delle massime Società specializzate nel settore.

14. Lo schema a blocchi dell’impianto

L’impianto doveva avere le seguenti caratteristiche:

• portata max 10 m3/s modulabile in continuo in funzione della portata in arrivo;

• impianto alimentato da gruppi elettrogeni con opportuna ridondanza;

• possibilità di telecontrollo dell’impianto per verificare in continuo le condizioni di corretto funzionamento.

Il layout dell’impianto e le caratteristiche sono riportati nella Figura 13.

La Figura 15 rappresenta lo schema di montaggio di uno dei nove gruppi pompa e attraverso la rappresentazione dell’operatore ci dà un’idea delle dimensioni dell’impianto allestito.

15. La sezione di installazione di un gruppo pompe

È importante notare che il sistema prevede l’istallazione delle pompe a secco in aspirazione; tale aspetto, che risulta determinante in una problematica quale quella affrontata in cui non sarebbe stato possibile installare pompe sommerse visto l’esiguo spazio a disposizione, obbliga tuttavia a prevedere un sistema di pompe del vuoto che mantengano sempre innescato il sistema in ogni momento e pertanto pronto all’esercizio non appena si verifica l’evento meteorico.

Tale sistema è, come anticipato, totalmente telecontrollato e consente pertanto di essere certi (previsti opportuni allarmi) della sua efficienza in ogni momento.

  • Piazza Pia installazione sistema di pompaggio
    16A-installazione-pompaggio
    16A. L’installazione del sistema di pompaggio
  • Piazza Pia installazione sistema di pompaggio
    16B-installazione-pompaggio
    16B. L’installazione del sistema di pompaggio

Infine, tutte le pompe sono sotto inverter e ciò consente di modulare a piacimento la frequenza delle pompe in funzione delle portate in arrivo e conseguentemente “copiare” alla perfezione l’idrogramma in arrivo.

Il sistema ha dato prova di assoluta affidabilità durante tutte le fasi di funzionamento. Infine, è importante sottolineare che tale sistema, nella dimensione approntata, rappresenta un “unicum “a livello mondiale e sta riscuotendo grandissimo interesse da parte di numerosi operatori che ne valutano l’applicazione su progetti che presentano queste criticità.

La costruzione del nuovo collettore scatolare

Il collettore scatolare viene realizzato a partire dalla camera di raccordo ed ha una sezione variabile lungo il suo sviluppo da una sezione netta interna pari a 8,20×3,50 m che corrisponde alla sezione dello scatolare presente al di sotto del sottopasso in esercizio, a 5,50×3,5 m nella sezione di immissione.

17. La sezione terminale del nuovo collettore scatolare

Il motivo della variabilità di sezione è legato al fatto che nella parte terminale il collettore affianca l’opera esistente e si sviluppa tra il muraglione del Tevere e il sottopasso.

18. La planimetria del nuovo collettore scatolare

Sotto il profilo della successione delle fasi esecutive, come anticipato, la realizzazione del manufatto potrà essere completata solo una volta che sia stata messa in funzione la camera di raccordo e quindi che sia possibile dismettere il collettore basso di destra.

19. La realizzazione del nuovo collettore

Sotto il profilo geometrico il nuovo collettore presenta uno sviluppo complessivo pari a 190 m circa a partire dall’inizio della camera di raccordo fino allo sbocco nello scatolare attuale.

  • Piazza Pia manufatto scolmatore
    20A-manufatto-scolmatore
    20A. Il manufatto scolmatore
  • Piazza Pia braccio di scarico
    20B-nuovo-braccio-scarico
    20B. Il nuovo braccio di scarico

Il nuovo braccio di scarico

In sostituzione del braccio di scarico eliminato il progetto prevede la realizzazione di un nuovo manufatto posizionato circa 40 m a monte dell’esistente che potrà avere anche funzione di scaricatore di piena.

21. La realizzazione del nuovo braccio di scarico

Conclusioni

In definitiva, il progetto del Prolungamento del Sottovia Lungovetere in Sassia a Piazza Pia ha come obbiettivo ultimo quello di garantire il collegamento pedonale tra Castel Sant’Angelo e San Pietro, permettendo l’interramento della viabilità al di sotto della piazza e offrendo a tutti i cittadini romani e ai turisti la possibilità di attraversare interamente a piedi, una delle piazze più belle al mondo.

Per fare ciò, la fase più delicata dell’intero lavoro è quella della risoluzione dell’interferenza dovuta alla presenza dei due collettori, Basso di Destra e Basso Farnesina, che interessano il tracciato del progetto del sottopasso e del nuovo collettore scatolare.

La difficoltà risiede principalmente nella necessità di mantenere sempre in esercizio il sistema fognario.

Ciò è garantito da un sofisticato sistema di pompaggio che, alternando la direzione dei flussi a seconda delle fasi di lavoro, permette la realizzazione delle diverse opere durante le fasi provvisorie.

Dati tecnici

  • Amministrazione proponente: Roma Capitale
  • Soggetto Attuatore: ANAS SpA
  • Progetto: n° 0425761 del 01/06/2023 redatto da VIA Ingegneria Srl
  • Responsabile Struttura Territoriale Lazio: Ing. Marco Moladori
  • Responsabile Struttura Giubileo 2025 e RUP: Ing. Alessandro Malizia
  • Direzione dei Lavori: Ing. Sara Fadlun della Struttura Territoriale Lazio – Giubileo 2025
  • Direzione di Cantiere: Geom. Angelo Di Paolo
  • Direttori Operativi: Ing. Carmine Serio e Ing. Nico D’Ascenzi della Struttura Territoriale Lazio – Giubileo 2025
  • Ispettori di Cantiere: Ing. Franco Giuseppe Vito, Geom. Carmelo Calì, Ing. Carmelo Donato, Geom. Luca D’Anna e Geom.
  • Antonello Cataffo della Struttura Territoriale Lazio – Giubileo 2025
  • Coordinatore per la Sicurezza in fase di esecuzione: Ing. Fabrizio Bajetti di IT Ingegneria
  • Esecutore dei Lavori: Salcef SpA (che indica, come prestatore per il servizio di monitoraggio strutturale, l’Impresa singola Safecertifiedstructure Ingegneria Srl; per il Servizio di Progettazione, il costituendo raggruppamento di progettisti “Proger SpA – Policreo Società di progettazione Srl)
  • Importo dei lavori: 37.914.338,25 Euro
  • Data di consegna: 21 Agosto 2023
  • Durata lavori: 490 giorni

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